Se stai leggendo questo articolo, è molto probabile che tuo figlio abbai risvegli notturni frequenti; questa è una situazione che vivono molte famiglie e può avere un impatto notevole sulla serenità personale e familiare.

Nel corso delle consulenze sul sonno dei bambini le domande che ricevo più spesso riguardano proprio i risvegli del proprio piccolo.

Che fare se si deve lavorare il giorno dopo e l’assenza di sonno ci debilita?

Come risolvere il problema dei risvegli notturni frequenti?

Come fare a gestire il ritorno al lavoro dopo un periodo in maternità in presenza di risvegli?

Prima di tutto, per affrontare la presenza dei risvegli, è importante comprendere che la struttura del sonno di un neonato sia diversa da quella di un adulto.

In cosa il sonno di un neonato è diverso da quello di un adulto?

1) Durata del ciclo del sonno

Grazie alla ricerca scientifica, sappiamo che nell’adulto ci sono varie fasi che si susseguono durante il sonno. Queste fasi formano un ciclo che circa ogni 2 ore ricomincia. Ed ecco la prima differenza con il sonno dei neonati: in questo caso i cicli durano circa un’ora. Ne consegue che, a parità di ore dormite, nell’adulto si siano susseguiti 3-4 cicli, nel bambino 6-8.

2) Probabilità di svegliarsi

Sia gli adulti che i bambini passano da fasi di sonno leggero, in cui è più probabile svegliarsi, a fasi di sonno profondo. Nei bambini il sonno leggero è più della metà del sonno profondo, viene perciò da sé che la probabilità di svegliarsi sia maggiore.

Perché questa struttura diversa?

Se siete arrivati a leggere questa parte dell’articolo, vi starete chiedendo se madre natura sia stata sadica nel dare al sonno dei neonati caratteristiche molto diverse rispetto a quelle del sonno degli adulti.

Ebbene, le motivazioni di queste differenze sono varie e affondano le proprie radici in un vantaggio evolutivo. Vediamo insieme queste motivazioni:

  • In primo luogo, questa struttura del sonno del neonato, ha una spiegazione di tipo biologico; infatti dei cicli così veloci facilitano lo sviluppo cerebrale e fisico del neonato.
  • In secondo luogo, poiché i neonati dipendono dai genitori per il soddisfacimento dei propri bisogni fisiologici e per essere messi al riparo da pericoli, è importante che per loro sia facile svegliarsi per poter chiedere aiuto. Ne consegue che di fronte a un dolore, a una variazione di temperatura, alla sensazione di fame o sete o ad altri bisogni, il bambino si svegli e avverta i genitori di una necessità mediante il pianto.

Cosa fare per i risvegli notturni frequenti?

Veniamo ora a dei consigli pratici, se vi trovate in una situazione frustrante in cui vostro figlio presenta risvegli notturni e non sapete cosa fare.

1) Soddisfacimento dei bisogni primari. Come prima cosa è importante che i bisogni primari del neonato siano soddisfatti. Ciò vuol dire che il piccolo non deve essere affamato, assetato o sentirsi bagnato nel momento in cui si addormenta; la stanza, inoltre, non deve essere troppo calda o fredda, non ci devono essere troppe luci e rumori.

2) Creare una routine della nanna rassicurante e sempre uguale. I neonati non hanno il senso del tempo, per cui una routine della nanna aiuta la prevedibilità degli eventi e per questo dà sicurezza.

3) Contatto fisico. “Fatelo dormire nel suo letto da subito altrimenti prende il vizio”. Tutti almeno una volta abbiamo sentito questa frase: dimentichiamola! Il bisogno di vicinanza e contatto, almeno nei primi 6-12 mesi di vita, è un bisogno primario, come bere e mangiare. Negare il contatto al neonato lo rende meno sicuro. I neonati iniziano a sviluppare autonomia a partire da un senso di sicurezza. In altre parole, un rapporto caratterizzato da scarso contatto, non aiuta a legare le varie fasi del sonno e genera nel bambino un senso di insicurezza per cui il sonno può diventare inquieto.